giovedì 6 dicembre 2012

Un amore mai nato.


Stasera in treno mi sono seduta di fianco a una che ha detto: se mai avrò un figlio gli insegnerò da subito a mettersi a novanta. E: Turchia, ottimo rapporto qualità prezzo. Non c'entra niente con quello di cui volevo parlare, ma mi premeva. Ci sono cose che se non le tiri fuori poi è peggio, o almeno, con me funziona così. Per questo quando mi sono innamorata di F. gliel'ho detto. Anche se non era vero. Però sentivo che se non gliel'avessi detto non gliel'avrei detto. E allora gliel'ho detto. Ci ha creduto, ma non ci è stata.

Volevo parlare di questa cosa. Cioè di quando ci piace una persona che di noi non vuole saperne. Anzi no, non è corretto, perché la casistica è davvero immensa, quando si parla di amori mai nati. Comunque, vorrei fare un discorso sul non essere ricambiati, più genericamente. 

Prima, per non sentire quella del figlio a novanta, ho pensato a qualcosa che riuscisse a distrarmi. Generalmente i miei fallimenti riescono sempre ad astrarmi dal reale, perché l'imbarazzo si rinnova e attorno a me non c'è più niente. E allora ho pensato a F. e al nostro amore mai nato e al mio inusuale azzerbinamento. Penso che sia giunto il momento di rielaborare la cosa e poi abbandonarla per sempre. Non sarò breve.

La storia si divide in più fasi. Chi è stato uno zerbino (e prima o poi tocca a tutti), capirà.

FASE 1
Nel dicembre del 2010 mi accorgo che nella mia vita manca qualcosa. Passo in rassegna la libreria, e scopro che non è un libro. Cerco nei cassetti, tra le scarpe, e anche tra qualche maglietta che non metto da anni. Niente. Poi capisco: è l'amore.

FASE 2
Scorro brevemente le mie amicizie su facebook, ma non trovo nessuno che faccia al caso mio. Allora rovisto tra i numeri di telefono, con la foga di un clochard nei bidoni a colazione. E vedo F. E penso, ma chi è F.? E poi mi ricordo. È una tizia che mi piaceva tanto tempo prima, e anche io le piacevo! Mi guardo allo specchio e noto un decisivo miglioramento nella mia persona. Dalla mia ho: una buona cultura, una padronanza dell'italiano comunque oltre la media, capacità di problem solving (o almeno questo dice il cv che ho copiaincollato da un amico). Dalla mia non ho il fatto che: lavoro dieci ore al giorno per zero euro al mese, non so guidare, non ho mai imparato a suonare Smells like teen spirit alla chitarra.

FASE 3
Torno su facebook e la aggiungo. Poche ore dopo siamo amiche. Fa tutto lei, mi chiede come sto e dove fossi finita. Io non sono mai finita, cocca. Capisco che abbiamo due generi di ironia differenti: ovvero, lei non conosce ironia. Andando al sodo le chiedo se è fidanzata, ma solo per avvalorare la tesi per cui gli omosessuali sanno essere molto promiscui. Mi dice di sì, ma che non va bene, che non è felice. La sua mancanza di discrezione mi fa venire voglia di aprire il gas, tuttavia continuo imperterrita nel mio scopo. Le chiedo: ci vediamo? Mi dice: non lo so. Le chiedo: ci vediamo? Mi dice: sì.

FASE 4
Dove ci vediamo? Mi risponde: da me, perché non ho tempo. Bene. Le dico, dove stai? Mi dice: scendi a San Leonardo. Le dico: ma dov'è? Mi risponde: sulla rossa, non è lontano. E così il primo sabato utile (cioè il giorno seguente), vado. Sono 18 fermate da loreto, il mio viaggio più lungo di sempre in metropolitana. Nel tragitto riesco a leggere otto racconti di Kafka. Scendo e mi sento confusa. Emergo dalle viscere della terra e mi ritrovo nel nulla. Mi arriva un messaggio. No, dai, vediamoci qui. E mi suggerisce la fermata prima. Riscendo in metro. Alla fine ci dobbiamo bere sto caffè in un centro commerciale. A me i centri commerciali fanno venire attacchi d'ansia, in più è poco dopo Natale. Mi dice: abbiamo un'ora. Cinquanta minuti li passiamo in fila in posta. Cinque a comprare una confezione di latte di soia. Poi il caffè: dei cinque minuti rimasti ne passa tre al telefono con la sua ragazza. Si accordano per una cena. Mi dice: mi ha fatto piacere vederti. Ci metto due ore a tornare a casa. E spero che un pazzo di quelli che finiscono su corriere.it mi butti sotto il treno.

FASE 5
Non demordo. Passano alcuni giorni. Mi scrive, le rispondo. Le scrivo, mi risponde. Mi invita a pranzo. Riattraverso la città, ancora una volta. Il desco: una pizza surgelata in due. La mia metà è ancora congelata. Mastico tutto il resto del pomeriggio, in ospedale, davanti a flebo e persone tristi.  Mi scrive, le rispondo. Le scrivo, mi risponde. Ci vediamo altre volte: sempre uguale. Anzi, ogni volta è peggio. Un giorno mi dice: ti ricordi tanti anni fa quando ti volevo e tu no? Ero fidanzata, dico, ma non mi ricordo con chi. Guardo i suoi libri. Sciamanesimo, scintoismo, iching, jodorowski, Hillman, cazziemazzi. Chiedo: non hai nemmeno un romanzo? Ma cambio discorso perché ho paura che tiri fuori l'Allende. Poi mi fa tutto un discorso sul fatto che comunque lei ha bisogno di attenzioni e che la sua ragazza la trascura. Cose tipo corteggiamento, tipo. Io allora mi butto in questa logica perversa di mandarle ogni mattina qualcosa di bello. Tipo pezzi di film. Ma belli veri eh. Chiedo anche in giro. Procedo, per settimane. Poi diventano troppi, e devo iniziare a segnarmeli per non ripetermi. Ho una moleskine piena a metà di questi cazzo di film. Allorché mi dichiaro. Lei dice: anche tu mi piaci. Io rispondo: e? Lei risponde: niente.

FASE 6
Ho raggiunto un rimborso spese e grossa dei miei quattrocento euro mensili le compro un libro che non leggerà. Nel mentre è arrivata la primavera. Mi dice: dovresti metterti cose più colorate. Vado da Zara e compro un paio di pantaloni verde lega. Mi dice: staresti bene senza occhiali: compro le lenti a contatto, una cosa che reputo amorale. Poi ci vediamo una sera, al parco. Arrivano le zanzare. Dice: sono arrivate le zanzare, andiamo da un'altra parte. Si fa offrire un gelato, poi se ne va. Allora io, presa dallo sconforto in ordine mangio: un big mac menu, una confezione di gallette di mais, due muffin. Ci risentiamo. Parlo a un amico di questa situazione, lui mi dice che è chiaramente un'idiozia, di lasciar perdere. Ma è una questione di principio. Nel mentre, è vero, ho delle storielle irrilevanti, perché comunque il mio cuore è per F. Poi il miracolo: una sera mi invita a vedere un film. Poi rimani anche a dormire, se vuoi. Ok. Guardiamo La bussola d'oro. No dico, La bussola d'oro. Dopo i Godard, i Lang, i piacionissimi Truffaut e un paio di raffinati stralci di Marco Ferreri, che ad oggi temo abbia sempre confuso con quello che ha inventato la Nutella. Finisce il film e mi dice, vai a letto, dormo sul divano. È prestissimo e io generalmente non dormo mai prima delle due a.m. Per la notte ha una mise deliziosa: è vestita da ragazza della pallacanestro. È bellissima. Allora penso: è il momento, la bacio. Prima, nel dubbio, vado a lavarmi i denti. Torno che dorme. Ma non per finta. Dorme di brutto. Leggo fino alle cinque del mattino. Alle sei sento dei rumori molesti. Poi mi ricordo che insegna. E che alle sette e mezza esce di casa. Però questi rumori. Allora mi alzo, ma è tutto ok. Beve placidamente un intruglio e legge qualcosa su internet. Le chiedo, ma cos'è, ho sentito dei suoni. Mi dice: la mattina faccio i cinque tibetani. Io, che nata negli anni ottanta se mi dici cinque ti rispondo cereali, chiedo: cosa sono? Risposta: degli esercizi. Alle sette e mezza esce di casa. Io pure, ovviamente. Comodo, considerato che inizio alle dieci. Mi dice, ciao. E mi dà un bacino nonsense. Se ne va, in macchina. Mi ritrovo tra questi palazzi immensi che mi sembra di stare a Bucarest e non ho idea di dove cazzo sia la metropolitana e in giro non c'è nessuno. Nessuno. Attraverso i palazzi e mi ritrovo sempre nello stesso punto. Poi incrocio una vecchia con il cane che mi indica la strada e mi dice: è lontano eh, ma sei giovane. Mi incammino e a metà strada inizia a grandinare. Ma non una cosa normale, palle da baseball. E lì, capisco. L'amore è finito.

FASE 7
Vado in ufficio, ma sono serena. L'amore è finito. Conto tutti i mesi che ho perso, ma poi penso: bè in fondo che avevo da fare? E così un pomeriggio una ragazza molto più bella di F. si innamora di me. Viviamo felici e contente due settimane. Il resto è dramma.

FASE 8
Come sempre.



10 commenti:

  1. Avoglia quante volte è successa una cosa del genere a me con le ragazze.
    Solo che con me nessuna "ragazza molto pià bella di..." si è mai innamorata/invaghita/interessata/quel-cazzo-che-volete. Sarà che sono brutto? Forse.
    Fatto sta che da quando sono diventato un cinico bastardo (dopo un centinaio di due di picche così e anni persi lo diventi) la mia vita è migliorata, non sento più le loro moine e mi diverto come un pazzo a trattarle di merda.

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  2. Claudio, grazie per la tua importantissima testimonianza.

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  3. Non sono certissima se il tuo intento fosse ironico nel raccontare la storia, ma spero di sì. In ogni caso ho riso molto!
    Alessandra

    PS Aveva ragione il tuo amico ;-)

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  4. 'sta sciantosa. Conosco una uguale: donne che riescono a far di te zerbino anche se zerbino non sei mai stata. Per me è pavloviano: lei mi chiama e io mi metto in posizione zerbinica. Poi ci penso e mi raddrizzo, ma porco cane.

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