domenica 18 marzo 2012

Tempo.

Mi sono sempre state sul cazzo quelle persone che millantano di non avere tempo. Ho sempre creduto che fosse per dire, come si usano certi avverbi tipo assolutamente o certe espressioni come a monte, o certe parole come idiosincrasia. Ci sono cose oggettivamente brutte, una di queste è raccontare agli altri di non avere tempo. Ovvero, ritagliarsi del tempo per sottolineare di essere molto impegnati.


È quello che farò per tutto questo post.


Saffoavevaibaffi sta andando bene in un modo insperato. Quando ho aperto la pagina sapevo che qualcuno mi avrebbe letto, non immaginavo così tante persone. Ero in un momento di buio profondo, come si evince dalle scelte cromatiche del blog e dall'immagine invisibile di una saffo disegnata a matita. Avevo bisogno di sentire di esserci ancora e allo stesso tempo di incipriarmi l'ego, e allora ho fatto l'unica cosa che so fare, cioè ho scritto.


Non so perché mi leggiate. Io un blog come questo non lo leggerei mai, per dire. In ogni caso, quando si ha la certezza di essere letti, monta una specie di ansia da prestazione. Qualche volta inizio a scrivere e poi lascio perdere e ogni cosa non è mai abbastanza né troppo poco e allora è meglio andare a fissare il muro e buttare il tempo. Lasciarlo scivolare dietro il calorifero, sopra una confezione di ketchup, sul muretto del parco postatomico dove giocano i bambini dopo la scuola.


Mi manca il tempo. Non ne ho più, o meglio, ho sempre lo stesso. Fin da piccola ho dei problemi nella gestione e nella percezione del tempo. Da bambina mi disperavo perché non passava. Chiedevo l'ora continuamente, mi sembrava pazzesco che qualcosa potesse trascorrere così lentamente. Nemmeno la centoventisette di mio nonno andava così piano. Il tempo qualche volta non passava per niente, era fermo, e a me veniva un'angoscia, quel sudorino alla nuca che viene anche durante le prime giornate di primavera, quando si toglie la felpa e si rimane in maglietta dopo mesi. È una sensazione brutta e bellissima allo stesso tempo, come tutto ciò che ci fa percepire di essere vivi.


Le ore libere adesso sono sempre le stesse. E negli stessi momenti non può succedere niente di significativo. Le cose che accadono sono lì per accadere, è come telecomandare una macchinina col filo: di quelle sfigate che c'erano negli anni ottanta per i bambini meno pro. Ai bambini pro i cingolati che andavano a quindici all'ora. La macchinina col filo invece, correva, ma tu dovevi correrle dietro e tua madre dietro a sua volta, se capitava, qualche volta no. Tutto un correre da nessuna parte, proprio come adesso, ma un correre.


Corri al lavoro, e a teatro, corri al corso di inglese, corri per uscire, corri a trovare le persone, che ti vada o meno, corri a una cena, corri a vedere quello che pensi ti sembrerà diverso e va a ricomporre sempre lo stesso mosaico. Corri in centro, corri all'estero, corri a cambiare un paio di pantaloni che hai comprato troppo di fretta. Corri a sentire i Kasabian. Corri. E non arrivi mai da nessuna parte, arrivi dove sapevi che saresti arrivato. E non vai avanti. Stai lì a correre senza nemmeno dimagrire.


Invece qualche volta è bello prendere il tempo e sprecarlo. Foss'anche per stare a fissare tre ore la fibbia di una cintura. Il tempo va sprecato. Va modellato a piacere e senza criterio, è importante che il tempo perda parte della sua importanza. È bello leggere trenta volte la stessa pagina di un libro, come per impararla a memoria, anche se è un libro di nessuna importanza. È bello esserci, ma non sapere dove, e come. È bello non avere preoccupazioni. È bello pensare che non saremo qui per sempre: non so se vi capita mai di pensare al vostro funerale, ma è manna per l'ego. È bello ghignare in faccia a chi dice di non avere tempo. Mandaci tue notizie, fai tante foto: non ho tempoooo. E via.


Sono contenta di aver appena perso un quarto d'ora e di avervi fatto perdere cinque minuti.


Avrei voluto parlare di un sacco di cose belle. Ma in fondo c'è tempo.

18 commenti:

  1. Vorrei scrivere un commento all'altezza del tuo post ma non ho tempo;) geniale come al solito, ci vizi saffo:D

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  2. mi è venuta in mente C'è tempo di Fossati "È tempo che sfugge, niente paura che prima o poi ci riprende perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo, c'è tempo
    per questo mare infinito di gente"
    FG

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  3. http://www.youtube.com/watch?v=amR51NVjj8w&feature=related eccola :)

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  4. il tuo collegamento ha, senza ombra di dubbio, l'intenzione di far risparmiare - al tuo numeroso pubblico puellae- il tempo della digitalizzazione su youtube. lodevole :)
    FG

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  5. l'URL della tua pignoleria non scalfisce il server della mia ironia. ;)
    FG

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  6. Ho sempre detestato anche io le persone che dicono di non avere tempo: in primis perché se non ce l'hai sul serio, allora che campi a fare? In secundis, perché ritagliarne un po' per le persone a cui tieni vuol dire che le consideri preziose. Il primo sintomo della fine di un'amicizia è "la mancanza di tempo".

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  7. Anch'io avevo la macchina con il filo.

    Mi è sempre piaciuto tantissimo il tuo modo di scrivere, complimenti.

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  8. Mi piace come scrivi.
    Spero di perdere ancora del tempo sui tuoi post :)

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  9. Grazie Marina! Accidenti il tuo blog è sterminato :) complimenti per la tenacia! (passamene un po').

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  10. ...sterminato? (ma che tenacia, ho sempre bisogno d'incipriarmi l'ego, ecco che è ;) )

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  11. Io chedo che, 8 su 10, dire di non avere tempo sia un modo carino per dire che non si ha voglia di fare qualcosa.

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  12. sono in astinenza, urge altra dose di post. E gentilmente non dica di non aver tempo! grazie
    FG

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  13. Di solito quando si parla del tempo è perché si ha molto tempo. Oppure perché anche se non si ha a disposizione molto tempo si ha la consapevolezza di che cosa sia il tempo e ci si lasci trasportare nell'infruttuoso gioco della c.d "perdita" di tempo. Io credo che la cifra per misurare una persona stia proprio nella qualità della perdita di tempo. Il lavoro nobilita l'uomo, dicono. Anche il cazzeggio. Il cazzeggio quello spinto, quello estremo, quello creativo, quello sincero, quello a cui non si può dire di no. Imparando a valutare con estrema cura i cazzeggi altrui ho imparato a valutare le persone e in una città come Milano il compito è tutt'altro che facile.. Milano è la città del lavoro, della corsa contro il tempo, delle maratone... Demilanesizzarsi a Milano è epico. In questo senso posso dire di essere veramente epica... passo e chiudo e mi scuso per il papiro, ma la regina del tempo "perso" (ovvero la sottoscritta) non poteva non commentare :)

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