lunedì 2 aprile 2012

Uova.

Prima guardavo la televisione. A me piace molto guardare la tv e penso di non farlo abbastanza. Guardare la tv è qualcosa di completamente estraneo a quasi tutta la gente che conosco e questo fondamentalmente mi preoccupa. Forse dovrei riconsiderare i miei rapporti interpersonali. By the way, sbocconcellavo la merda di mediaset e a un certo punto è passata la pubblicità dei Kinder Gransorpresa a.k.a i gigakinder uovo di Pasqua. Niente, praticamente ci sono questi due fratelli un maschio e una femmina facciadacazzo ariani (as usual) che prendono due uova e le dipingono. Cioè, due uova di gallina. E le dipingono un po' bianche un po' arancioni, come la carta del Kinder. Poi le mettono sul comodino e buonanotte, quattro caccole sugli occhi dopo è già la mattina di Pasqua.


Insomma. Dipingono due uova di gallina come se fossero Kinder capite? È sconvolgente. Ora non voglio entrare nel solito discorso della pubblicità e quant'altro, non vorrei emettere alcun giudizio creativo e chissenefotte. Il fatto è che penso che davvero esistano bambini che dipingerebbero un uovo a guisa di Kinder. E questo mi fa molto riflettere. Un aborto, una cosa che esce dal culo e serve per fare la frittata, completamente fagocitato da un brand testimonial ufficiale della lecitina di soia. Un prodotto che ci ammorba da anni e non c'è tecnologia non c'è consolle non c'è smartphone che riesca ad allontanarci dalla piccola gioia nell'aprire quelle capsule gialle di sorpresine, con gli occhi bramosi manco si trattasse di un etto di coca.


Capsule. Sorpresine. I due bambini sono fratelli chiaramente. La sorellina è leggermente più giovane perché comunque il primogenito è meglio che sia maschietto e avanti così a cercare sorpresine e colorare uova di gallina bianco e arancio. Comunque, questa pubblicità, ha portato anche del buono. Molti dei miei ricordi partono da uno spunto trash, tanto che una delle mie reminescenze più incredibili è riemersa guardando un video con Marisa Laurito. Va be insomma. Queste due teste di cazzo appoggiano le uova sul comodino. Non mi ricordo se ognuno il suo oppure in comune.


Stacco.


Io con un cesto di vimini pieno di uova sode che me ne vado in chiesa da sola il sabato prima di Pasqua. Roba che avrò al massimo otto anni e il mio portachiavi l'ho trovato in un numero di Topolino. Un portachiavi che mi chiede nome cognome e indirizzo e io diligentemente compilo, poi mio padre me le becca e mi dice ma sei scema? Sul mazzo di chiavi scrivi dove abiti? Poi se le perdi ci vengono in casa. E io che penso, ammazza, ma come ho fatto a non pensarci? Ma subito sento la sigla dei Cavalieri dello zodiaco e il tubo catodico mi risucchia in venti minuti di gioia e solitudine lontana dalle chiavi, dagli indirizzi, dal Topolino che non mi è mai piaciuto punto.


Sì, insomma, cammino e me ne vado in chiesa perché il sabato santo si benedicono le uova ed è tradizione eccetera che i ragazzini portino delle uova sode decorate e via dicendo. E io ho questa sensazione brutta, questa intuizione giusta, di avere le uova peggio decorate della storia del sabato santo. Che mia madre le ha fatte bollire e io le dico: e la carta velina? E i colori indelebili? E le formine e gli occhi e gli stuzzicadenti che fanno le braccia e i capelli spaghetto e tutto il resto? E il vinavil? E mia madre mi dice non sono capace guarda, non sono capace. E io che le dico manco io sono capace. E lei mi risponde ecco vedi che bello? Siamo uguali. E io che non capisco: devo essere arrabbiata o felice? Si riduce la nostra eterna distanza oppure si solca uno spazio definitivo e addio per sempre? Sto trovando mia madre o la sto salutando? E papà sarà capace? E mio fratello che è grande grande e poco ariano?


Sta di fatto che varco la soglia della chiesa che mi sembra enorme e vado a sedermi a una panca a caso perché quelli del catechismo non sono mai stati amici miei. E allora inizio a sbirciare nei loro cestini e cosa vedo: vedo pirati e vedo arlecchini e orsi e gatti e cagnolini. Vedo sposine e gufi. Vedo anche una Marilyn che me la ricorderò finché campo: questo uovo di tulle rosso con la paglietta bionda dei capelli e un neo disegnato. Vedo l'uovo con la maglia del milan. Vedo una quantità di cose che non avrei mai creduto possibile potessero convivere tutte in un cestino solo.


E rimango lì tra tutti questi colori e l'odore dell'incenso da messa che mi è sempre piaciuto tanto. Rimango lì a guardarli come se fossero un mosaico e io il tassellino caduto, ma tanto stava in basso e chi l'ha visto? E guardo nel mio cestino e le mie uova sono ancora tutte vive. Disegnate a bic. Nera. Due occhi, il naso e una bocca che non sa se ridere o che.

15 commenti:

  1. Anche le "mie" sono disegnate. Non tutte vive, che si sa qualcuna ci rimane sempre secca. Due occhi, un naso e una bocca..e si salvi chi può.

    http://img5.visualizeus.com/thumbs/db/a0/funny,creative,egg,breakfast,cute,eggs-dba00ef7e91a044b5e541de617655698_h.jpg

    FG

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  2. Risposte
    1. Mi stai dunque dicendo che non ci sono più quei due fratelli sempre maschio e femmina per non fare torto a nessuno che ormai avranno 47 anni che saltano con l'uovo in mano ogni sacra Santa Pasqua ? Ho sempre desiderato che qualche aereo fosse dirottato sulle loro uova o magari qualche piccione un po' più scaltro degli altri facesse loro una bella sorpresa! Dunque non saltano ma dipingono? Bene..un dio esiste. O forse no.

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    2. io vedo. copia-incolla nella barra degli indirizzi.

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  3. Mia mamma le intingeva nel caffè, così diventavano marroni,e secondo lei "erano più belle".E poi visto che eravamo sempre in ritardo il cestino veniva decorato solo da un lato perchè non c'era tempo per fare anche l'altro e veniva ricoperto di carta crespa ma visto che le uova erano bagnate di caffè dentro si creava il pantano. E di conseguenza poi sono diventata atea per evitare lo stress.
    C. V.

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  4. Io non mi ricordo un cazzo ma non credo di aver mai decorato uova (bella la metafora del mosaico)

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  5. Sì, poi si mangiavano. Un anno le ho colorate con dei colori pontentissimi e chimici che hanno oltrepassato il guscio. Mio padre le mangiò comunque.

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  6. C.V. anche la tua storia è terribile. Il cestino decorato a metà però non male. Dovevi solo stare attenta a non girarlo.

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  7. Cara. Standing ovo-action.
    Le uova son vive. Le distanze non si fanno con le parole, ci sono e basta.
    Lo sa il dna, spesso i figli no per inesperienza e le madri no per paura.
    Ma la distanza c'è.
    Ennebbì: le uova troppo belle son quelle che ogni maestra definirebbe con un
    "Brava -la mamma-"

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  8. Perchè nella mia infanzia non ci sono state uova decorate? No way. Recupererò questa Pasqua.

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  9. Io non ho mai decorato un uovo in vita mia. Ma davvero usa ancora questa cosa??? O.o

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  10. Non saprei. Questo accadeva più o meno ai tempi di Italia 90 :)

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  11. Ho la tua età credo, forse è un'usanza che c'è solo in alcune zone d'Italia :)

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