Stavo per girarmi una sigaretta. E intanto guardavo le statistiche del blog. Ho saputo oggi della loro esistenza. Mi meraviglio ogni volta della quantità di cose che ignoro, non senza una certa forma di autocompiacimento, per poi stupirmi di tutto come un'idiota. Va così. Dalle statistiche è risultato che i post contenenti almeno una volta la parola lesbica (per chi volesse saperne di più) sono mediamente letti il doppio degli altri. Per questo dirò lesbica lesbica lesbica.
E ora parliamo di fumo. Tra pochi mesi faccio dieci anni ti tabagismo. Ho alternato fasi diverse, come ogni fumatore. Ci pensavo ieri, mentre guardavo un pacchetto di tabacco aspettando che mi dicesse qualcosa. E così, ho deciso di ricordarmi di tutte le marche che ho attraversato. In genere questo è uno di quei giochi che faccio quando non riesco ad addormentarmi, spero possa aiutare anche voi. Una sera, al liceo, tentavo di ricordarmi tutti gli orologi che indossavano i miei compagni di classe, rigorosamente per disposizione di banco. A un certo punto non mi veniva in mente quello di Giovanna e ho passato quasi tutta la notte con questo pensiero ossessivo. Era un casio g-shock rosa porcello.
Allora, dunque, ho iniziato con le Merit in gita, perché mi sembrava un nome poco impegnativo da annunciare alla tabaccaia, in barba alla mia timidezza patologica di allora. Un attimo dopo fumavo una Benson and Hedges, come il buon Cesare Cremonini in Un giorno migliore (godetene tutte). Il pacchetto da venti costava due euro, erano ancora momenti in cui bastava una monetina per essere felici. Un febbraio di terza liceo ho virato bruscamente sulle Camel. Quelle normali, fumose. Ho pensato, sono lesbica, posso. Puzzavano incredibilmente. L'estate della maturità è stata attraversata dalla cometa Reynolds: erano sigarette normali, con un pacchetto diverso, che faceva pandane con la mia condanna di genere. Ora, se le cercate su google immagini, compaiono alcune bare. Speriamo bene.
I primi tempi dell'università sono stati molto fumosi. La scarsa lucidità di ogni giorno mi faceva frequentare abbondanti pacchetti di Diana blu e lo confesso, una volta o due pure le rosse. Mai stata più lesbica. Poi sono uscita un paio di volte con le Pall Mall, tutta immagine, sostanza zero. Anzi, mi facevano pure un po' schifo. Marlboro touch, quando stavo con una ragazza che le fumava: ma lei aveva molti soldi, abitava in Sant'Ambrogio. Camel light, amiche fedelissime per quattro anni. Ogni tanto mi mancano.
Poi chiaro, una serie di incontri occasionali, tra i quali ricordo con affetto quello con le Linda. Una marca di sigaretta che ho preso solo perché mi faceva pena. E le Muratti, per vedere come ci si sente a sessant'anni. Quelle ultrasottili mai e poi mai invece. Piuttosto mi metto i tacchi.
Ora fumo il tabacco. Perché costa meno e mi mostra più in linea con il mio personaggio. Insomma, ha più plus che minus, che sono le cartine che a volte mi si strappano e i filtrini che vanno da tutte le parti. Una volta ne ho ingoiato uno, ridendo mentre lo stringevo tra i denti. E' stata una sensazione orribile, ho dovuto bere molto per farlo andare via. Mia nonna avrebbe spezzato e offerto un tozzo di pane, in modalità ultima cena, per cacciarlo. Mia nonna è ancora viva e la saluto: ciao nonna.
E con questo post inutile chiudo quest'inutile mercoledì. Mi servirebbe più tempo per scrivere.
Mi servirebbe più tempo per vivere.
Hei ciao! sono capitata sul tuo blog da un altro blog. Incredibile come buona parte della mia pausa pranzo utlimamente venga occupata dalla ricerca di blog a tematica lesbo. Ok, devo farmi una vita uno di questi giorni, è ora.
RispondiEliminaSono contenta cmq di aver trovato il tuo blog da leggere, mentre cerco anche io di vivere, nonostante la vita che mi sono costruita tenti in tutti i modi di ostacolarmi, l'ingrata.
A presto!
Ciao, benvenuta!
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