venerdì 21 marzo 2014

La sindrome di Kurt

Questa sera pedalavo su una bici non mia e mi è venuto in mente che mi andava di scrivere una cosa, anche se il blog è chiuso. Non fa niente se è chiuso, facciamo che la serranda è abbassata e si può fumare dentro, ok? Come nei bar di provincia eccetera. Passando di fronte a un'edicola ho visto la copertina di Rolling Stone. Ci sono Kurt Cobain e Courtney Love in prima pagina e il titolo dice: 20 anni senza Kurt. Allora perché ci hanno messo anche lei, ho pensato. E mi è venuta voglia di scrivere questa mia personalissima teoria, questa sindrome di cui tutti (mas o meno) almeno una volta nella vita sono vittime. La chiameremo Sindrome di Kurt. Fondamentalmente è quando incontri la tua Courtney. Cioè tu ti sbatti, hai la gastrite tutti i giorni, componi pezzi che rimarranno per sempre nella storia della musica di tutti i tempi tipo il Requiem di Mozart e cose così e poi una tizia con il rossetto e anche un filo di cellulite ti intercetta e sei finito.

Tutte incontriamo la nostra Courtney, ma non tutte abbiamo il physique du role per esserlo e così se ci incappi, sappi che non lo sei. Io, per esempio non lo sarò mai. La donna Courtney è facile da riconoscere, solo che non lo si vuole ammettere e allora si cade in questo vortice pazzesco per cui, se non sei Kurt Cobain sei una povera scema e finisce che non la farai finita ma rimarrai a piangere sul divano per mesi e mesi, fino a che una donna completamente diversa dalla donna Courtney che di cognome ha scelto Amore, non ti raccoglierà e allora magari la farai soffrire tu, magari no. Va a saperlo. 

La donna Courtney ti fa sentire onnipotente. Di fianco alla donna Courtney ci si sente belle e dannate, ci si sente anche più alte e l'incedere non è mai incerto e quando la si cinge con il braccio in mezzo alla strada nessun momento era mai stato tanto perfetto e le persone ti guardano perché siete oggettivamente entrambe belle e maledette oppure non lo siete ma vi percepite tali e quindi in un certo senso lo siete e comunque le persone vedono sempre più o meno come ci sentiamo, quindi il ragionamento non fa una piega. La donna Courtney ti prende e ti bacia in mezzo al marciapiede come nella riproduzione di una fotografia già vista mille volte, ti vede e ti bacia davanti a un bancone, ti vede e ti bacia, crudele, davanti a una ex o a una che sa che la ama e in molte la amano, ti prende e ti bacia in macchina, ti prende e ti bacia quando più te lo aspetti, perché ti prende e ti bacia sempre e ti lascia addosso il rossetto, perché la donna Courtney ne mette, ne mette continuamente, appena si sfa, lo rimette e poi hai voglia a toglierlo dalle tshirt, dato che, ti dice guardandoti come se fossi appena uscita dall'oratorio, è waterproof. 

Con la donna Courtney ti sbronzi come mai ti era capitato e lei ti porta a fare due passi per farti riprendere perché è sempre più lucida di te, in generale, e poi ti riprendi e ti bacia e anche se vomiti, dopo ti bacia, perché tu sei perfetta e tiri mattino e non ti capitava da dieci anni e poi ti bacia ancora e poi fai sesso e comunque il sesso ha sempre qualcosa di problematico, qualcosa di anormale anche se a te sembra il miglior sesso che tu abbia mai fatto, mentre lei non viene praticamente mai e lì per lì si fa finta di niente ma poi, quando la donna Courtney perde le staffe, allora sei un'incapace, un'insensibile e tendenzialmente un'imbecille.

La donna Courtney è un abbaglio, è l'errore scontato, quell'errore chiaro a tutti tranne che a te. Sono i libri che inizia e non finisce, i film che dice di aver visto ma non è vero, gli amici che dice di avere e non ha, la macchina che guida, i pantaloni aderenti che ti piacevano tanto, il profumo, perfino il pigiama e come mastica, come cammina, come sa di piacere e il terrore di non piacere, come rende ogni momento indelebile, soprattutto nel male. Quando ami una donna Courtney pensi che non amerai mai più in quel modo, mai, mai più. Anche se l'hai aspettata ore e faceva freddo, ogni volta, l'hai aspettata ore e quando arrivava ti sembrava di averla aspettata solo una manciata di minuti e prima che arrivasse il cuore batteva come ne Il tempo delle mele e avete presente cos'è la tachicardia per un'ora intera? È un cazzo di tortura, non ha niente di romantico, è ansia che divora. Solo che lì per lì ti sembra amore e del resto tutti lo chiamano così e allora hai questo tuo bel ricordo di tachicardia che guardi sempre la stessa vetrina e c'è il calendario di Papa Francesco a soli sette euro e novantanove. La donna Courtney pur di farti eccitare, sapendo che ti fanno eccitare le donne che vanno in chiesa, addirittura leggerebbe sull'altare.

Ma, c'è un ma, per fortuna. Cioè tu non sarai mai Kurt Cobain. Non ci saranno fucili da puntarti in faccia, giri strepitosi e sempre uguali di chitarra, tre o quattro maglioni indossati contemporaneamente, le unghie sporche, un'eredità da lasciarle di milioni di dollari e una figlia che si chiama Francesca Fagiolo. Quando finisce tu sei sempre quella di prima, con la differenza che ti sei salvato. Che mentre ti struggi e non sai se morirai d'amore o di qualcosa che ci somiglia, tu ti stai mettendo in salvo. Dalle scenate, dalle gelosie, dalle esibizioni di tutte le volte e da tutto quello che hai percepito strepitoso ed era noia. Ma lì, giuro, era strepitoso. È stata la storia d'amore più bella di sempre, quella con la tua Courtney. Però poi è finita. In fondo non succede la stessa cosa con la Coppa Malù?

martedì 21 maggio 2013

Ultimo canto di Saffo

Questo è il mio post numero 55, ed è anche l'ultimo.
Saffo aveva i baffi ha fatto il suo tempo e quindi muore, come tutte le cose. Più o meno.
Le motivazioni sono molteplici, anzi forse è solo una, ovvero non ho più nulla da dire sull'argomento. Avrei potuto parlare di molte cose che riguardano il nostro mondo, ce ne sarebbero almeno per un paio di vite. È che non mi interessa farlo, e comunque già lo fanno in molti e meglio di me.
Però è stato bello. 
Grazie per avermi letta.
S.

sabato 20 aprile 2013

Buongiorno

È da un po' che non ho niente da dire qui.
Quindi tornerò appena avrò qualcosa da dire.
Sì, un po' ripetitivo, però è così.

A presto spero!

mercoledì 30 gennaio 2013

Due donne, un matrimonio e tutto il resto.

Lorenza e Ingrid hanno deciso di sposarsi. A giugno, in Svezia. Hanno anche deciso di raccontare i mesi che precederanno il matrimonio in un sito, cioè il loro. Che si chiama Lei disse sì, ed è un blog con cose scritte e cose da vedere. Quindi se siete troppo pigre per leggere, potrete sempre guardare i loro video. Se invece non siete troppo pigre per leggere, leggetevi anche l'intervista che ho fatto a entrambe. Nonostante le domande, hanno risposto. Quindi le ringrazio molto e auguro loro dei mesi interessanti.

Eccola.



Ciao Lorenza, ciao Ingrid. Innanzitutto volevo chiedervi se vi disturba il fatto che vi stia facendo delle domande in Times New Roman.

Il font con le grazie ha sempre un certo appeal...


In pochi giorni la vostra pagina web (leidissesi.net) ha avuto moltissime visualizzazioni. Secondo voi siamo un popolo particolarmente voyeur, oppure avete avuto una buona idea?

Stranamente abbiamo avuto un'ottima idea ma più che un'idea è stata una intuizione che ci hanno fatto venire alcuni amici quando abbiamo detto che ci volevamo sposare. Raccontare i preparativi del matrimonio, come un matrimonio qualsiasi, con le fedi da pensare, il vestito da provare e la mamma che ti pressa per le bomboniere è un privilegio che non tutti hanno. Però è vero che purtroppo in Italia non ci sono molti “esempi” da spiare e credo che se 10 anni fa qualcuno avesse fatto un blog come questo saremmo state tutto il giorno a spulciarlo!


Lorenza, hai chiesto a Ingrid di sposarti. Da sempre noi bambine (anche lesbiche) abbiamo davanti agli occhi questa scena dell'uomo che estrae un anello da un posto a sorpresa, tipo dallo spazio tra un cuscino e l'altro del divano. Secondo voi perché viene reiterata questa gag? La tua proposta come è stata?

Le ho fatto la proposta pochi giorni fa, con un solitario “diverso” e l'ho fatto in modo inaspettato e forse più apprezzato. Mi sono inginocchiata (su una pozzanghera) sapendo che avrebbe detto sì ma è stato bello farlo. I riti sono importanti anche per i più scettici e burberi come me...


Ingrid, tu come ti sei sentita?

Per questa risposta rimandiamo al post che ha scritto Ingrid sul blog.


Vi sposerete in Svezia tra meno di sei mesi. Poi tornerete in Italia. Cosa cambierà, effettivamente, nelle vostre vite?

Non cambierà niente se non quello che sta già cambiando adesso, con questo blog e con la voglia di continuare questa “battaglia” per i diritti.


Vi sposerete il primo giorno d'estate. È una data simbolica, o prima in Svezia avrebbe fatto troppo freddo?

Il 21 giugno è una festa nazionale in Svezia, “la festa di mezza estate” e l'abbiamo scelta perchè ci sembrava divertente fare una festa con gli amici un po' pagana. È il giorno più lungo e ci piaceva pensare ad una festa che non finisse mai!!!


Dopo il matrimonio, la vostra pagina web si disintegrerà o potremo spiare come vivono due donne sposate? Davvero vi va che questo accada?

Non sappiamo come e se continueremo, al momento stiamo pensando di realizzare un documentario con il materiale raccolto. Ma non escludiamo che il blog potrà continuare ad esistere in altra forma...


Parliamo di cose impegnative: bambini. Spesso provocano matrimoni, ma non nel vostro caso. Se vivessimo in un paese ideale vi piacerebbe averne?

Non abbiamo pensato a fare figli e al momento non ci interessa. Abbiamo tanti amici che figliano e tanti piccoli nipotini che nascono a cui voler bene. Non è giusto pensare che la procreazione sia il fine unico di un'unione. Noi ci sposiamo perchè vogliamo fare un patto tra di noi e vogliamo avere dei diritti come persone adulte.


Secondo voi perché la maggior parte delle storie lesbiche (in questo caso parlo di libri e film) finiscono malissimo?

Perchè viviamo in un mondo malato... e comunque questa è una cosa a cui abbiamo pensato spesso. Potrebbe essere un interessantissimo tema da sviluppare in un documentario.


La decima domanda non ci sarà. Volete rispondere come se ci fosse?

No, non abbiamo ancora fatto la lista nozze ma se volete mandarci un regalino lo accettiamo volentieri!

martedì 29 gennaio 2013

Leidissesì. O storia di un quasi matrimonio.


Conoscete questo sito?
Se sì, bene. Se no, basta cliccarci sopra. Ebbene sì, anche le lesbiche prendono moglie. E quando Maometto non va alla montagna, due lesbiche si sposano in Svezia.
A breve un'intervista. Intanto, se volete, potete farvi un po' di fatti loro.

sabato 19 gennaio 2013

Porte a vetri

Ogni tanto mi guardo allo specchio e tento di identificare quale tipo di lesbica sono. Io non sono mai stata bene da nessuna parte, nella vita dico. All'asilo stavo male. A scuola stavo male. Mi mandavano all'oratorio e stavo male. Al parchetto stavo male. Insomma, ovunque mi piazzassero, io soffrivo. Dimenticavo: al corso di nuoto stavo malissimo. Però non ho mai ostentato il mio disagio, cioè, non l'ho mai fatto pesare diciamo. Da bambina volevo tantissimo assecondare i miei, tipo esprimendo della sincera gioia nello scendere in cortile a giocare con gli altri bambini. È che non la provavo per niente. 

Ricordo questi interi pomeriggi di "proviamo a vedere se oggi Sara gioca con gli altri bambini", in cui mia madre mi portava davanti alle giostrine. C'erano il castello, l'altalena, la macchinina rimbalzina e una serie di altre stregonerie che mi lasciavano oltre l'indifferenza. Lei si sedeva sulla panchina e apriva un libro, uno sempre diverso perché leggeva velocissima. E io stavo lì di fianco, senza libro perché ancora non sapevo leggere. Stavo lì e guardavo i bambini giocare. E guardarli mi piaceva da morire, ero felice che si divertissero ed ero ammirata dalla loro disinvoltura nel parlarsi o dalla loro agilità nell'arrampicarsi. Ce n'era uno che si chiamava Daniel che sapeva camminare sulle mani e io ero estasiata e pensavo, questo Daniel mi piacerebbe conoscerlo, ma poi era come se davanti a me ci fosse un vetro e anche se avevo cinque anni capivo che questo vetro ce l'avrei avuto di fronte per un sacco di tempo. Dopo un po' mia madre mi chiedeva, vuoi che andiamo? E io dicevo sì, anche se sarei rimasta a guardali per sempre. Però mi aspettava un gelato, un premio alla mia incapacità di socializzare. Sono tanto contenta che lei non mi abbia mai fatto pesare questa cosa, che non mi abbia guardata con disapprovazione quando aspettavo che tutti uscissero dalla vasca con la sabbia per entrarci io a fare due formine sghembe a forma di tartaruga. 

Poi ho iniziato a fingere, ho iniziato a giocare anche se avrei preferito rimanere a guardare e basta. Ho iniziato a giocare e non mi piaceva, però mi faceva sentire integrata e uguale agli altri, ma il vetro era ancora lì. Quando le ragazzine davano i primi baci ai ragazzi, io baciavo il mio vetro infrangibile. Quando compravano il rimmel, io pulivo il mio vetro infrangibile. Quando facevano il gioco della bottiglia alle feste di compleanno, io pregavo che quella cazzo di bottiglia non mi ndicasse e non è mai successo perché il karma mi è stato accanto e perché mi invitavano a poche feste di compleanno.

Ora che ho ventotto anni mi guardo allo specchio, che alla fine è un vetro anche lui e mi chiedo a quale tipo di lesbica possa appartenere, perché ci tengo a questa cosa. Però non so esattamente quanti tipi ne esistano. Allora mi guardo e mi vedo troppo poco indie, troppo poco femminile, troppo poco mascolina, troppo poco impegnata, troppo poco disimpegnata, troppo poco elegante, troppo poco trasandata, troppo poco colta, troppo colta, troppo proud, troppo poco proud e in più non ho mai visto Lword. Le poche volte che mi capita di frequentare ai locali mi sembra di stare allo zoo, un po' per gli esemplari che ci trovo, un po' per il mio approccio alla cosa, un approccio che definirei etologico. Poi ogni tanto qualcuno arriva dall'altra parte del vetro e mi fa toc toc e se mi va apro. Con il tempo è diventato una finestra. 

mercoledì 2 gennaio 2013

10 buoni propositi.

Avrei voluto scrivere un oroscopo, come l'anno scorso. Poi ho detto, ma chi me lo fa fare. E infatti non lo farò. Tuttavia ho deciso di condividere con voi i miei buoni propositi del nuovo anno. Una volta una persona, vai a sapere chi, mi ha detto che tra le cose più noiose che gli altri ci possano raccontare, ci sono i loro sogni. In effetti, quando di mattina qualcuno mi dice: sai cosa ho sognato stanotte? Non me ne frega mai un cazzo della risposta. I sogni degli altri sono noiosi, è vero, perché un sogno ha senso solo per chi lo fa. I desideri già sono una cosa diversa, perché sono belli e aspirazionali e comunque conoscere quelli degli altri ti permette di farti due domande sui tuoi. E così, secondo me, i propositi, che sono dei desideri apparentemente realizzabili. In realtà chimere, come quasi tutto.

I miei buoni propositi del 2013:

Proposito 1: iniziare a conoscere cose che la maggior parte delle persone conosce (attenzione: questo proposito cozza con il proposito 4).
Da sempre so di non essere una persona veramente integrata nella società. Non ho nulla che non vada, però tendo ad autoescludermi. In che modo? Per esempio non avendo mai visto Ritorno al futuro. Tra le altre lacune che intendo colmare ci sono: Pulp Fiction (ohhhh, ma è gravissimo, direte. Vi ho sentiti, stronzi), Il signore degli anelli, Star Wars, Herry ti presento Sally, una serie a caso (non ho mai visto una sola puntata in tutta la mia vita), gruppi sentiti pronunciare all'infinito tipo Arcade Fire e The Xx, almeno un libro di Baricco. Due anni fa uno dei miei propositi fu iniziare a fare cose che la maggior parte delle persone fa, e come primo obiettivo c'era riuscire a finire una birra media. Ora ne bevo tranquillamente un litro, quindi secondo me ce la farò. Magari però tolgo Baricco. 

Proposito 2: scrivere qualcosa che non siano questi post (attenzione: questo proposito cozza con la policy del blog).
Vorrei che mi venisse in mente una bella storia e vorrei scriverla e sentire i personaggi come se fossero miei amici e non volerli lasciare andare mai più.

Proposito 3: fondamenti di pragmatismo (attenzione: questo proposito cozza con il Proposito 4).
Quali segreti nasconde la lavatrice? Come si tiene il ferro da stiro? Come si fa a cucinare?Come si guida un'automobile? A diciotto anni scoprii il funzionamento della moka e mi sentii molto più indipendente, perché da sempre ero convinta che il caffè andasse buttato quando bolliva l'acqua. Quest'anno svolterò in almeno una di queste attività.

Proposito 4: emanciparmi dal vincolo delle passioni, cercare l'uno al di sopra del bene e del male (attenzione: questo proposito cozza con i Propositi 1 e 3).
Insomma, questo è chiaro, non ha bisogno di spiegazioni.

Proposito 5: Scrivere quel post su Carmen Consoli (attenzione: questo proposito cozza con il Proposito 2).
Ci tengo molto, vorrei che fosse una cosa all'altezza della tematica che tratta.

Proposito 6: Iniziare a studiare qualcosa che non so.
Tipo la cazzo di filosofia, che per me rimarrà sempre un mistero. 

Proposito 7: Alleggerirmi (attenzione: questo proposito cozza con i Propositi 2, 4, 5 e 6).
È sicuramente il più difficile.

Proposito 8: Andare a un matrimonio. Ma in chiesa proprio. (Attenzione: questo proposito cozza con la mia natura).
Che qui tra amici sinistrorsi, gay, anticonformisti, anticlericali, sociopatici e poco fortunati, fondamentalmente non si festeggia mai. Io invece voglio essere invitata a uno di quei matrimoni pacco in cui le ragazze alla fine si commuovono e sono fintamente felici per la sposa. Va bene anche solo la cerimonia. Anzi, solo la cerimonia è meglio.

Proposito 9: Prendere confidenza con i gatti (Attenzione: questo proposito cozza con il Proposito 8, a meno che non sia un matrimonio tra gatti).
Sebbene continui a preferire i cani, avvicinarmi ai gatti è diventata una questione imprescindibile. Sono circondata da persone che amano i gatti, e non solo lesbiche purtroppo. Spero di riuscire a farmi accettare da questi animali che mi snobbano da sempre.

Proposito 10: Essere felice almeno un giorno al mese. (Attenzione: questo proposito cozza con la realtà).
Ma magari anche due o tre. 

I miei propositi sono finiti. Se volete qui sotto potete scrivere i vostri. Se non volete, potete non farlo. Se siete indecisi state partendo molto male.